domenica 1 maggio 2011



Nessuno puo' possedere nessuno.Niente puo' cambiare se non vuoi.
Chi crede di poterti piegare,assoggettare o ridurti al vile silenzio,s'illude.
Ci sono un paio d'ali ed un paracadute di scorta nascosti dentro di noi.
E quando ,,,,,il male e' troppo forte e l'aria si fa talmente irrespirabile,
e' quello il momento di saltare.
Allora e solo allora puoi veramente dirti libero.......
Per il mio cuore basta il tuo petto,
per la tua liberta' bastano le mie ali.
Dalla mia bocca arrivera' fino al cielo
cio' che stava sopito sulla tua anima.


È in te l'illusione di ogni giorno.
Giungi come la rugiada sulle corolle.
Scavi l'orizzonte con la tua assenza.
Eternamente in fuga come l'onda.


Ho detto che cantavi nel vento
come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
Come quelli sei alta e taciturna.
E di colpo ti rattristi, come un viaggio.


Accogliente come una vecchia strada.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.
Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
gli uccelli che dormivano nella tua anima.






 
Mani bramose che brancolano nel buio,
seguendo le tracce di un calore appena acceso.
Mani irrazionali che cercano senza parole,
guidate da un silenzio primordiale e animalesco.
Il respiro
accelera, singhiozza,
si ferma.
Il calore
aumenta, solletica,
comanda.
La ragione,
sommersa, si spegne.
Si riaccende,
in balìa della marea, del flusso, della burrasca.
La mente irradia la luce,
placa la tempesta.
Le mani si fermano, vergognose, mai pentite.
Il calore è un ricordo.
Il respiro è ormai un sussurro.
Un cavallo indomito continua a correre
nei fulminanti occhi tempestati.
Le mani, ormai ragionevoli, trasformano una scarica elettrica
in una carezza.
Ma la pioggia continua a battere.


Mi ricordo delle cose che non vorrei ricordare e non posso dimenticare quelle che vorrei dimenticare.


Fuggire, dalla mia espressione interiore di supposizione, dai miei contorni riflessi, specchiati nell'animo mio.
Smarrito e vilipeso, fuori o dentro di me, ho perduto il mio vero volto, e dimentico son io della vostra smemoratezza e della mia procurata amnesia.
Vi pongo in ogni ora del giorno e della notte la mia umile necessita' , non importa se non e' parte del vostro gioco.
Immagino le vostre lusinghe offerteme dietro un tornaconto , la vostra ostentata audacia nell'insinuare le colpe altrui.
Di me e delle mie sensazioni ne fate parte anche voi , io dal vostro mondo sono irrimediabilmente fuori.
Dentro di voi neppure un'infinita traccia di me e , nel vostro misero squallore , un mio vissuto di piena identita'.
Per la vostra politica spicciola e bietta cultura , non ho padroni da servire.
Io sono un randagio nell'animo,  serviente soltanto a me stesso !!!!!
Arcana.....
Alterius non sit qui suus esse potest.
Non appartenga a un altro chi può appartenere a se stesso.

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