Il Profano

"Se nascerai uomo non dovrai temere d'essere violentato nel buio di una strada.
Non dovrai servirti di un bel viso per essere accettato al primo sguardo, di un bel corpo per nascondere la tua intelligenza. Non subirai giudizi malvagi quando dormirai con chi ti piace, non ti sentirai dire che il peccato nacque il giorno in cui cogliesti una mela."



Siamo nati una sola volta, e non potremo essere nati una seconda volta; dovremo non essere più per l'eternità. Ma tu, benché non abbia padronanza del domani, stai rinviando la tua felicità. La vita si perde nei rinvii, ed ognuno di noi muore senza aver goduto una sola giornata.


Spoglio dell’umana condizione di essere, di me non resta che un ammasso di carne
proiettato verso un incubo angosciante e infinito. Non so chi sono e da dove provengo:
mi alzo ogni mattina con la fronte pregna di sudore, dopo una notte trascorsa a
scacciare atroci demoni che s’insinuano nei pensieri più reconditi; e ogni mattina sono
un uomo diverso, costretto ad affrontare la medesima sorte del giorno precedente.
Sono stanco di vivere l’inferno in questa maledetta gabbia di ossa, carne e pelle, che
soffoca la mia anima.


Ti ho prevenuta, o sorte, e da ogni tua insidia mi sono premunito. Non a te né ad alcun'altra circostanza ci arrenderemo: ma quando sia necessario andarcene, sputando ampiamente sulla vita e su quelli che vanamente ci si attaccano, ce ne andremo con un bel peana proclamando quanto bene abbiamo vissuto.










Mi pare, a volte,
che il mio sangue fiotti,
come una fontana
dai ritmici singhiozzi.
Lo sento colare
con un lungo murmure,
ma mi tasto invano
in cerca d'una ferita.
Fluisce attraverso la città
come per un campo recintato
e trasforma i selciati in isolotti,
cava la sete
a ogni creatura,
tinge la natura
in rosso.
Spesso
al vino capzioso
ho chiesto
di addormire per un giorno
il terrore che m'assilla;
ma il vino rende l'occhio più acuto
e l'orecchio più fino.
Ho cercato nell'amore
il sonno dell'oblio;
ma l'amore, per me,
non è che un materasso d'aghi
fatto per procurare da bere
a crudeli puttane!





È il desiderio che spinge la maggior parte degli uomini a raccontare cose, non come esse sono in realtà, ma come si vorrebbe che fossero, nella speranza che sia molto più facile farsi conoscere attraverso storie di spettri che non raccontano fatti reali.





O inferno ribelle, se puoi ammutinarti nelle ossa d'una donna matura,
che la virtù stessa sia come cera al cospetto della fiammeggiante giovinezza,
e si sciolga al calore del suo stesso fuoco.





Vlad Dracul III, conosciuto anche come Vlad Tepes (si legge: Tse'pesh) o Vlad l'Impalatore, fu, a più riprese, principe di Valacchia: nel 1448, dal 1456 al 1462 ed infine nel 1476. Nacque a Sighisoara, in Transilvania. Grazie al suo dominio, il principato di Valacchia riuscì a mantenere la sua indipendenza dall'Impero Ottomano. La crudeltà nei confronti dei prigionieri gli valse il soprannome di Dracul, che in Rumeno significa "diavolo", ma fu anche detto l'Impalatore. In lingua rumena Dracul significa diavolo e Dracula significa figlio del diavolo. I racconti sulle sue gesta crudeli hanno dato progressivamente origine a un filone letterario molto fortunato. Il romanzo Dracula di Bram Stoker, con le numerose versioni cinematografiche, ne sono esempi. Vlad III Dracula nacque nel novembre o dicembre 1431, nella fortezza di Sighisoara, in Transilvania, che occupava i territori al centro dell'attuale Romania. Nell'inverno del 1436-1437, Vlad II, suo padre, divenne Principe di Valacchia, principato a Sud della Transilvania, e prese residenza nel Palazzo di Târgoviste, la capitale. Nel 1442, per motivi diplomatici, Vlad III ed il fratello minore Radu furono dati in ostaggio al Sultano Murad II: Vlad III rimase prigioniero in Turchia fino al 1448, mentre il fratello Radu fino al 1462. Questo periodo di prigionia probabilmente giocò un importante ruolo nel carattere di Vlad III. Nel 1447 i Turchi lo liberarono, informandolo della morte del padre Vlad II per mano di Vladislav II, un altro pretendente al trono di Valacchia. A Vlad venne anche detto di come il suo fratello maggiore Mircea fosse stato torturato e, infine, bruciato vivo a Târgoviste. All'età di 17 anni, Vlad III Dracula, appoggiato dalla cavalleria turca e da un contingente del Pascià Mustafa Hassan, tentò un colpo di stato, ma Vladislav II lo sconfisse solo due mesi dopo. Per salire al trono di Valacchia, Vlad III dovette aspettare il 10 agosto 1456, quando riuscì finalmente a uccidere il suo nemico. Iniziò quindi il suo più lungo periodo (sei anni) alla testa del principato. Il suo strumento di tortura preferito era l'impalamento. Adottò questo metodo dai turchi, adattandolo alle sue più specifiche richieste: creò metodi diversi per impalare le donne incinte, i bambini, i ladri, i vecchi, i guerrieri nemici, gli ambasciatori del Sultano, i traditori. I ricchi venivano impalati stendendoli più in alto di degli altri, o facendo ricoprire l'asta d'argento. Per i mercanti fece incidere delle tacche sull'asta, il cui ruolo sarebbe dovuto essere quello di aumentare il tempo dell'agonia. Una registrazione dell'epoca, narra che durante un pasto dopo la battaglia, Dracula ricevette la visita di un cronista dal Vaticano. L'uomo si rivolse al Principe dicendo : "Come fate a mangiare qui, mio Signore? L'odore è insopportabile". Dracula ordinò a una guardia di impalare quell'uomo al di sopra degli altri, di modo che non avrebbe sentito l'odore dei moribondi sotto di lui. Nella città di Sibiu, nel 1460 Dracula fece impalare 10.000 persone, e cosparse alcuni corpi con miele per attirare ogni tipo di insetto. Nel 1459, durante il giorno di San Bartolomeo, a Brasov, Dracula fece invitare a palazzo alcuni mercanti che avevano mostrato odio e disprezzo nei confronti della sua persona. Decise di farli saziare di cibo e, quindi, fece sventrare il primo e obbligò il secondo a mangiare ciò che il collega, ormai senza vita, aveva nello stomaco. L'ultimo mercante venne fatto bollire e la sua carne fu data in pasto ai cani. Nel 1461 un ambasciatore del Sultano turco arrivò nel palazzo, si prostrò ai piedi di Vlad III, ma non si volle togliere il turbante perché rappresentava il simbolo della propria religione. Dracula, irritato da quel gesto, ordinò di inchiodare il turbante alla testa dell'ambasciatore. Morì sul campo di battaglia. Molte sono le ipotesi su dove sia finita la sua salma. Alcuni pensano sia stata bruciata, altri pensano sia stata fatta a pezzi ed esposta a Istanbul, per alcuni il corpo è stato ritrovato in una tomba di una cappella nella città di Snagov: sembra che tutte le mattine un gruppo di monaci dedichi delle preghiere a quella tomba con lo scopo di "farlo stare buono".